Oh, aver qui una Musa di fuoco che ascenda
Al cielo pi∙ sfavillante della fantasia!
Per palcoscenico un regno, per attori principi,
Monarchi per spettatori a contemplare
La scena superba.
(...)

     Ma perdonate, gentili Voi tutti, ai rozzi
E piatti ingegni nostri l'ardire di esporre su questo
Indegno palchetto di tavole
Un cos∞ alto argomento...


    Oh perdonateci!
Ma se pu≥ qualche cifra su un foglio
Rappresentare in piccolo spazio un milione,
Concedete anche a noi, semplici zeri di questa grossa somma,
Di muovere le forze della Vostra fantasia.
(...)

    Sopperite alle nostre lacune con la Vostra
immaginazione,]
Fate d'un uomo mille uomini; createVi
Un poderoso esercito;
Se noi diciamo "cavalli" figurateVi veri cavalli,
E vedeteveli stampare coi loro zoccoli, superbamente,
Le impronte sul molle terreno.
Sarα, il Vostro pensiero, qui a vestire di sfarzo i nostri re,
A trasportarli da un luogo all'altro, ora qui e ora subito lα,
Bruciando le tappe;
Riducendo ad un'ora di clessidra
Il passaggio di molti anni;
E per quest'ultima necessitα ammettete me, come Coro,
A integrare il racconto
E a pregarVi con umiltα
D'ascoltare e giudicare
Benevoli ed indulgenti, questo nostro Spettacolo.

(dal Prologo Corale dello "Enrico V" di W. Shakespeare)

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